lunedì 28 giugno 2010

Indimenticabile Coronato

Ieri giornata che definirei INDIMENTICABILE sul coronato. La decisione della meta arriva così, al volo, sabato pomeriggio...siamo guardando con Abramo la carta dei monti pisani quando mi viene in mente di cercare qualche traccia GPS fra quelle che ho...e spunta il Coronato. Deciso, si parte la mattina alle 8, io la Sara, Abramo, e annuncia la sua presenza anche Milk, che poi ringamberà all'ultimo.
Partenza in lieve ritardo rispetto al previsto, riusciamo comunque ad essere in bici, a Bagni di Lucca, per le 9:30...si sale di discreto passo, non facendoci mancare un buon numero di soste, faceva veramente caldo e l'umidità era veramente ai massimi livelli...

Da Bagni di Lucca verso Granaiola, poi bellissimo singletrack nel bosco fino a monti di villa, poi ancora su misto asfalto e forestale fino alla croce; poi l'ultimo bellissimo pezzo su singletrack fino alla vetta...che fra l'altro mi son dovuto pedalare tutto, dal momento che il mio tendine d'achille gridava vendetta appena provavo a spingere :-)
Durante tutta la salita si parlava di come questa fosse tutto sommato agevole, regolare, e che alla fine gli oltre 1100m in circa 17 km non sembrano poi così tanti...è molto più dura arrivare a Campo all'Orzo...nostra meta decisamente più abituale, a circa 1000m.
Prima dell'ultimo tratto su singletrack ci fermiamo dalla signora che fa i panini e suo marito (credo) ci chiede chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo...e vuol sapere dove dobbiamo scendere, soprattutto...perchè dice che la parte bassa del sentiero secondo lui è tutta chiusa. Provo ad intavolare una discussione, provo a spiegare da dove dobbiamo passare, ma la conversazione è molto difficoltosa, non riusciamo a capirci, lui continua a dire che "se prendete quel sentiero lì, ad un certo punto non ne uscite"...io provo a chiedere e richiedere quale, ma poi niente da fare...improvviseremo !!!

Sulla vetta del coronato sembra di essere in cima al mondo, ciò che ti circonda, in una bella giornata, appare in tutto il suo splendore e il panorama a 360 gradi è di quelli veramente mozzafiato...poi uno pensa alla splendida discesa che lo attende, e sta ancora meglio. Qualche scatto, panino e si parte !

All'inizio c'è un po' di vegetazione, ma me l'aspettavo, con tutta l'acqua che ha fatto non può essere altrimenti...però in qualche si scende, ricordo che c'è da andare verso il paese per poi scendere al punto dove poi inizia il sentiero, nel guardare però dove metto la ruota anteriore per evitare cappottamenti, vado un po' troppo verso la linea di massima pendenza, e ci troviamo 20-30 metri sotto alla traccia che indica il mio GPS. Cerchiamo di farci capire a gesti dalla Sara, colpita per l'occasione da momentanea sordità acuta, forse è meglio se lei prova a tenere una linea un po' più alta, che speriamo essere più pulita...più si scende e più la vegetazione ci frena prepotentemente...ad un certo punto le felci sono alte più di 1 metro...e riusciamo a procedere, con un piede a terra, a passo d'uomo o poco più. Penso per un attimo all'idea di tornare indietro fino al crinale, per poi riscendere giù e prendere la parte bassa del sentiero...ma c'è troppo da spingere in salita nelle felci, e non si può veramente fare, arrivati a questo punto.. La sara inizia a dare i primi segni di escandescenza, con moderazione, ma la vedo.
Arriviamo all'inizio della traccia, che ci sembra molto evidente...mi ci fiondo e andiamo giù di buon ritmo finchè ricomincia a chiudersi...spingiamo un altro tratto e la vegetazione sembra di nuovo diradarsi, prendo di nuovo morale, ma è questione di pochi minuti, la situazione precipita, le felci si fanno sempre più alte e robuste, superano in breve i 2 metri...si inizia a procedere spingendo la bici sulla ruota posteriore, davanti a noi...ma è un casino...la bici si impiglia ovunque, i pedali sembrano quasi mordere le felci, e in alcuni punti la vegetazione è talmente legnosa che si fatica a farsi strada anche a pedate. In un tratto più "tranquillo" (si fa per dire) inizio a vedere gli alberi, il bosco non è così lontano, sono poche centinaia di metri, però il ritmo è veramente lento, lentissimo. Con Abramo, che nel frattempo è andato avanti a fare strada, sicuramente più a suo agio di me, ci prefiggiamo di arrivare ad un albero, nella speranza che da lì poi la situazione migliori A tratti ci troviamo in zone con pendenze veramente elevate, e ciò non aiuta. Sento la sara dietro imprecare, ad un certo punto accenna quasi un piantino di disperazione, quando comincio a dirle che ci siamo quasi !!!
Arriviamo faticosamente al nostro albero, ma le cose non sono come ce le aspettavamo, le piante sono ancora troppo rade, e le felci la fanno da padrone...c'è ormai da arrivare al boschetto poco sotto, quindi continuiamo a spingere, con un caldo bestiale, bardati da discesa...
Anche il bosco non ci attende con buone sorprese, inizialmente arriviamo in una zona ripidissima, è difficile stare in piedi, però intravediamo a breve distanza una pseudotraccia, che faticosamente raggiungiamo.
Da qui le cose vanno un po' meglio, iniziamo a sentire anche la strada e qualche macchina, in 2-300 metri di sentiero ci dobbiamo fermare almeno 5 volte per scavalcare alberi, e la traccia è poco evidente, finisco fuori più volte.
Arrivati sulla strada bacio l'asfalto. Un tratto che avremmo percorso in meno di 10 minuti in bici ci ha invece richiesto circa un'ora, di cui non più di 5 minuti passati in bici, e il resto tutto a disboscare...
Mi metto nei panni della mia bella...noi abbiamo faticato e siamo esausti, lei ha tutte le gambe completamente segnate e non ce la fa più...L'idea di trovare il sentiero chiuso dell'omino mi opprime...decidiamo di ripiegare, da lì possiamo imboccare la strada che abbiamo percorso in salita, e indorare la pillola con qualche breve taglio su singletrack che all'andata avevamo ignorato.
Nell'ultimo pezzo, tutto su asfalto, ci viene da ridere..."certo, bello farsi 1100m di dislivello per poi scendere su asfalto", però arriviamo a Bagni di Lucca dove la gelateria ci attende.
Abramo, quatto quatto, entra e si fa fare una vaschetta da mezzo chilo, quando la signorina fa per chiudere la classica vaschetta di polistirolo, lui gli dà l'alt, "non ce lo mettere il coperchio", "ah, lo mangiate qua fuori", "nono, lo mangio io", "ok allora ti dò un cucchiaino invece della paletta".
Il gelato buonissimo ci risolleva il morale, carichiamo tutto e ce ne torniamo a casa. Dove ci aspetta il divano (noi, Abramo ha Gunner da accudire)...fino alla sera, tutti da Alfred a mangiare il cinghiale !!!

VI assicuro, è stata una domenica indimenticabile !!!

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