giovedì 18 febbraio 2010

Due chiacchere con: Milk

Oggi facciamo "due chiacchere" con uno membro storico del team HUTR/Biker Inside e della West Coast; sto parlando di Simone Del Sarto, aka Milk, aka Supa Phat Cat (ed un'altro che non ricordo più :-)).
Sul perchè storico lo scoprirete leggendo questa intervista che a differenza delle altre realizzate fino ad ora non ha visto il sottoscritto impegnato in una giornata (mezza, o pausa pranzo) di riding con l'intervistato, ma visti i sentieri di cui ci parlerà è come se avessi finito ora il giro.
Ma basta ricordi e procediamo.


D: Quando hai cominciato ad andare in mtb?

R: Ciao Simo, ciao a tutti.
Ho iniziato ad andare in mountainbike, seriamente, nel 1991.
Erano gli anni del Mondiale al Ciocco, delle prime RockShox, quelle nere con gli adesivi fucsia, gli anni dei cantilevere e degli ubrake.
Ricordo ancora la mia prima mtb, una viner in acciaio TANGE montata con lo shimano 200GS, e dopo poco più di un anno arrivò una bellissima Viner Samurai, tutta in alluminio, e montata col Suntour XC Comp microdrive, quando tutti volevano solo Shimano. Quella bici mi avrebbe accompagnato per più di tre anni tra gare e allenamenti o semplici girate con gli amici.

D: Chi ti ha fatto conoscere questo sport? 

R: Ho scoperto la MTB leggendo un giornale di moto.
Alle medie ero completamente andato per le due ruote a motore, per me la bici era un modo di vivere la libertà in attesta di avere gli anni per il patentino e la 125: ero combattuto tra la yamaha tzr da strada e la yzr da motocross.
Fatto sta che le ultime pagine di questo giornale di moto, non ricordo se era motocross o motociclismo, erano occupate da quello che poi sarebbe diventato Tutto MTB.
Il mese dopo, incuriosito non comprai il giornale di moto, ma virai su quel giornale con quella copertina strana, che parlava di bici e fango e dove si vedeva gente in posti assurdi che pur faticando, sorrideva.
Rimasi stregato!
Iniziai ad appassionarmi e se prima disegnavo le moto sul quaderno di scuola, adesso disegnavo telaio, forcelle, gomme… nella ricerca della prima MTB finii per aggregarmi ai ragazzi che correvano con un negozio di Turano, qui a Massa: Giorgeri.
Con alcuni di loro fondammo poi il Team 2 Ruote, con cui vinsi un campionato provinciale e alcune gare fuori provincia.
Da quel momento in poi, salvo una breve parentesi su strada, ho fatto gare in mountain bike fino a 23 anni dedicandomi un po’ a tutto.
Soprattutto XC ma anche la gare del circuito EasyDH e la categoria Freeride alle gare di DH passando, negli anni, per non so quante società!
Ho corso finchè mi sono divertito a farlo, quando ho iniziato a trovarmi un po’ meno bene in quell’ambiente ho lasciato le gare, ma non la MTB: eravamo negli anni dei grandi raduni, le prime edizioni del FunkyDay e le trasferte a Riva Del Garda per il BikeFestival, l’alba del freeriding.

D: Durante la settimana riesci ad uscire/allenarti?

R: In inverno esco solo sabato e domenica, ma con l’arrivo delle giornate più lunghe ci sarà spazio anche per le uscite dopo lavoro, magari in compagnia di Barella sul mitico Barattini.

D: Quale sentiero ci fai fare oggi? Descrivimi questo sentiero ed il perchè di tale scelta.

R: Bhe..devo dire che non è affatto una scelta facile, per diversi motivi.
Intanto, preferisco ragionare per “giri”, ossia godermi un percorso nel suo insieme di salita e discesa.
Poi sono talmente tanti i sentieri a cui sono affezionato e che descrivono i miei gusti in fatto di “riding” che forse dovrei scegliere una zona più che una singola traccia.
Per anni ho battuto e percorso quasi tutti i sentieri del Pasquilio, e ne ero stregato, poi per cause di forza (il fortunale di qualche anno fa) ho iniziato a spostarmi in Brugiana.
La mia conoscenza di quella zona era molto limitata, ma in poco tempo, e grazie all’aiuto di Paolo del Trekking Monte Brugiana, ho conosciuto (e ripulito) tantissimi sentieri e ora la Brugiana è molto percorsa e amata dei rider.
Ecco perché è così difficile sceglierne uno…però se devo indicare quali sentieri mi sento particolarmente cuciti addosso ti indico il trittico composto da Giochino, Budello e Fiumetto, sentieri classici del Pasquilio.
Mi piacciono perché sono sentieri pieni di curve, mi piace la velocità naturale che hanno, mi piace il loro ritmo.
Sono sentieri tecnicamente non impegnativi, più che il pelo richiedono di saper guidare pulito, è importante saper condurre bene la bici in curva, e comunque a ben vedere non mancano alcuni brevi settori più tecnici, con cambi di pendenza e di ritmo.
Adoro la parte finale dei Giochini con quelle curve in sequenza ritmata, che fanno da introduzione alle curve del Budello, dove non c’è una curva uguale all’altra: come ad esempio il tratto con quella lunghissima ma leggera curva verso sinistra prima del ponticello e il tutto seguito da quella S che è un vero “cavatappi” in miniatura, spettacolare.
Per poi finire col Fiumetto, un sentiero che è bello anche solo a guardarlo dall’alto: la traccia si snoda con una serie infinita di curvette, attraversando più volte un piccolo canale d’acqua, e dove trova spazio anche una bella varietà di tratti più o meno tecnici, con alcuni cambi di pendenza come il tratto tutto radici a metà tracciato, o la parte finale con due gradoni in roccia che possono essere anche impegnativi.
Ma la bellezza di questi sentieri e del fiumetto in particolare è la serenità che ti regala ogni volta che lo percorri.
Non è un caso se fra di noi, quando siamo un po’ pensierosi, ci consigliamo di “pensare al fiumetto” per rilassarci un po’.

D: Da 1 a 10 che voto dai a questo trail?

R: Se i tre sentieri fossero collegati in un’unica traccia per me meriterebbero tranquillamente un 8+. Purtroppo tra un tratto e l’altro c’è quantomeno da attraversare l’asfalto, o come per collegare Budello e Fiumetto ci sono almeno 500m di strada: questo oggettivamente fa scendere un po’ il voto, ma sotto il 7 non si può davvero andare!

D: Quali sono le sue potenzialità?

R: Credo che questi tre sentieri siano attualmente al 75-80% del loro potenziale.
Forse i Giochini avrebbero bisogno di un bel restyling, almeno per quanto riguarda la traccia più “easy”, visto che a fianco sta nascendo, per mano di alcuni ragazzi, una linea molto bella ma più indirizzata al gravity.
Budello e Fiumetto secondo me sono perfetti così come sono ora, molto XC.
Spero che in futuro restino così come sono ora, nella loro semplicità o comunque senza interventi esagerati o fuori luogo per il tipo di sentieri che sono.

D: Da biker di lunga data quali sono le tue aspettative con il neonato team A.S.D. HUTR/Biker Inside? E cosa potrà dare per il territorio?

R: Senza dubbio mi piacerebbe che il Team e, perché no, la filosofia HUTR siano condivise da un numero sempre maggiore di persone.
Mountainbiker che trovano nel nostro gruppo un piccolo punto di riferimento, senza voler strafare ma con le idee chiare e “giuste”.
Vi aspettiamo nel team e ricordate: XC RULES!!

1 commento:

  1. Quando litighi con la tua ragazza, se il tuo capo ti fa una trippata allucinante, se ti alzi e ti girano i coglioni...TU PENSA AL FIUMETTO !!!

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