venerdì 9 ottobre 2009

STRONKACIUI 2009: Bhè, pensavo peggio!

La stronkaciui è da oramai 4 anni un evento fisso della mia agenda.
Lo è per un sacco di motivi: intanto la zona di livorno e dintorni mi ha sempre ispirato e mi è sempre piaciuta per i suoi sentieri e i suoi panorami, poi la stronka ha in sé la vera essenza della MTB: è un evento che riesce a radunare così tanti biker e di estrazioni diverse annullando le differenze che esistono tra i vari modi di intendere la mountain bike, perché si va alla stronkaciui per fare MTB, e basta.
Partecipai alla Stronka per la prima volta nel 2006: cercavo di prendervi parte da un paio di anni almeno, ma per un motivo o l’altro avevo sempre dovuto rinunciare.
Capita che a marzo 2006 mi convincono ad andare a fare un giro giù verso S.Vincenzo, un’ora d’auto a sud di Livorno: il giro era la “Via del Cavalleggeri” ed ancora oggi lo ricordo come uno dei giri più belli mai fatti.
L’emozione provata con quei panorami e quei sentieri mi spinse quindi a fare in modo che non potessi mancare alla Stronkaciui 2006.
Feci la via dei cavalleggeri con la mia Inbred singlespeed, e la tentazione di utilizzarla anche per la Stronka era molto forte. Tuttavia dietro insistenti consigli di più amici e soprattutto visto che in estate mi ero lesionato un menisco decisi di affrontare quella mia prima edizione con “la bici coi cambi” e montai la Vetta con un conservativo 1X9. Inutile dire che a fine giro, benché quell’anno fu caratterizzato da fango e pioggia, restava in me la curiosità di fare un giro del genere in singlespeed. E così fu anche per i due anni successivi: ogni volta mi restava questo retrogusto amaro di non aver mai raccolto questa sfida con la bici monomarcia.
Finalmente con l’edizione 2009 sono riuscito a levarmi anche lo sfizio di fare e concludere una Stronkaciui in monomarcia.
L’occasione è coincisa con l’invito, da parte di Cencio, di uno dei singlespeeder dell’ultim’ora ma sicuramente tra i più attivi ed entusiasti: Yoda, dalla Valle d’Aosta.
Con Yoda avevo già corso la 4 ore di les isles, insieme a Barella eravamo stati su ad Aosta per un mega-giro di un mini-raduno in singlespeed, lo abbiamo coinvolto e ritrovato a Finale Ligure per gli italiani monomarcia, con lui sono stato a Roma per la 6H singlespeed.
Così in questa piccola sfida non sarei stato solo ma avrei potuto contare sul mio compagno di merende e fido scudiero Barella (nonché team manager del team HUTR) e come detto anche sullo stimolo di avere un singlespeeder allenato e veloce come il valdostano, senza scordare il validissimo Big Iguana Jim, anche se lui cambio-munito. Ad accoglierci non c’è certo il cielo migliore possibile, le nubi minacciano pioggia, l’umidità è alta ma in fin dei conti la temperatura è quella giusta.
Si parte come tradizione vuole si parte subito in salita su una larga sterrata dal fondo molto sdrucciolevole: Yoda prende un bel passo, io resto intruppato, ma poco male perché così mi ritrovo fianco a fianco con uno dei miei più cari amici: Tiziano, noto come Pazzo di Lucca ma che oggi è Baiocchi…”piacere baiocchi”.
Non so da quanto non ci si ritrovasse in bici e incontrarlo è veramente un piacere, facciamo due chiacchiere, aspettiamo Barella e, facendo gruppetto, ripartiamo.
In cima a questa prima salita ritroviamo Yoda e così, come nelle migliori tradizioni, finiamo per creare tutti insieme il solito gruppetto nelle retrovie. Si chiacchiera, ci si prende in giro, si ricordano giri fatti insieme ed il tempo scorre… c’è silenzio solo lungo le salite, interrotto solo da qualche imprecazione o da parole di incoraggiamento. E’ esaltante percorrere certe salite e riuscire a farle in sella, il 33x22 è perfetto: a tratti richiede molte energie, ma lascia sempre quel piccolo margine per non inchiodarsi, per riuscire anche a rilanciare appena se ne ha la possibilità.
Yoda fa praticamente tutto in sella, io per due volte metto il piede a terra su una salita tutta sassi che la pioggia della mattina ha reso viscida, però mi esalto su una salita in singletrack dal fondo in terra e sassi dove recupero e sorpasso un sacco di persone con le bici col cambio: e inevitabilmente penso che se fossimo ad una granfondo tutti mugugnerebbero, mentre qui tutti si spostano, ci tengono a non farti fermare ed anzi non sono rare le parole di incoraggiamento ed apprezzamento.
Questo è lo spirito della Stronka e lo spirito della MTB: la sfida, se una sfida c’è, non è con gli altri, ma con se stessi ed il percorso. Punto e basta.
Nel frattempo il serpentone dei bikers si è allungato e frazionato, anche in discesa si riesce ad andare senza intoppi e gli ultimi singletrack sono bellissimi, una vera goduria. Scendiamo incolonnati, con un bel ritmo, senza strafare ma cercando di far correre le bici con leggerezza, come leggeri sono la testa e l’anima dopo tante ore di bici: ore di bici immersi nella macchia che cancellano preoccupazioni, pensieri e in un certo senso cancellano la fatica. E’ uno stato quasi di nirvana, ogni salita è percorsa ed affrontata sapendo che dopo ci sarà una discesa dove poter divertire.
Il tempo è una dimensione relativa adesso, non so più che ore siano e da quanto siamo in sella, ma non importa, non è abbastanza.
E in fondo, quando l’ultimo singletrack sbuca sull’asfalto, la soddisfazione è enorme ma parti alla voglia di fare un’altra discesa, un altro sentiero.
Anche se ad aumentare il piacere per poter dire “e anche quest’anno è fatta” ci pensa la spiaggia del Fortullino, il banchetto aperitivo con una sangria eccellente e poi… e poi, come se non bastasse, la pasta e poi ancora le salsicce alla griglia, mamma mia che spettacolo!

Un doveroso ringraziamento a tutti i labronici coinvolti nell’organizzazione (i WBB ed il Circolo Portuali), un grazie a Barella e Yoda ed un grazie alla mia bicicletta, a Nencio per le foto ed un saluto a tutti quelli a cui ho pedalato fianco a fianco durante tutte le ore in sella.











Tutte le foto sono di ROBERTO NENCINI

10 commenti:

  1. Deve essere stato un bel giro,peccato non essere stato dei vostri,sarà per la prossima
    Marchino

    RispondiElimina
  2. Comunque l'anno scorso mi sono stancato di più....

    RispondiElimina
  3. Mi ha fatto piacere leggere questo resoconto bt Milk, con un piacere maggiore dovuto dal fatto che le prime uscite sulla costa livornese le ha fatto in mia compagnia. Bravi ragazzi ed un grande Nencio per le foto.

    RispondiElimina
  4. Questo giro mi sarebbe piaciuto,nessuna polemica
    Lorenzo Vanni

    RispondiElimina
  5. Bellissima la niner celeste
    Timo

    RispondiElimina
  6. sono un intruso......Mauro di Riccione.......l'anno prossimo spero di essere dei vostri.........grandissimi complimenti a chi ha organizzato questa festa che incarna, come è già stato detto più volte sui vari forum...., il vero spirito della MTB.

    Ciao a tutti

    RispondiElimina
  7. "Il tempo è una dimensione relativa adesso, non so più che ore siano e da quanto siamo in sella, ma non importa, non è abbastanza."

    Una gran perla.

    MXL

    RispondiElimina
  8. Grande Milk !!
    It's only Rock'n Roll but I like it !!

    RispondiElimina
  9. Come al solito è un piacere ospitare appassionati autentici come voi, che sanno apprezzare le stesse cose che piacciono a tutti noi.
    Ancora complimenti per la sfida nella sfida che avete portato a termine con successo.

    RispondiElimina
  10. Ciao
    sono rimasto affascinato dalle singlespeed e non è detto che un giorno non ne assembli una.
    L'unica cosa forse che mi mancherà saranno le forze per spingerla... vedrò di mettere un rapporto adeguato.

    Anch'io penso che quest'anno sia stata meno dura dello scorso anno..
    però ho trovato alcuni tratti molto ripidi in discesa che l'anno precedente non mi pare di aver visto/calato.
    Complimentoni per il team singlespeed!

    GattoQ

    RispondiElimina