domenica 7 febbraio 2010

C'era una volta il Folgorito...

Questa domenica il Team ha fatto rotta verso il Monte Folgorito, che non vedeva la nostra presenza, almeno quella "ufficiale", da un bel po' di tempo, dal momento che il glorioso sentiero è stato qualche mese fa letteralmente spazzato via con la scusa del nuovo interramento di un tubo dell'acqua, e non era quindi più appetibile per le nostre ruote grasse. Eravamo andati su quando ancora era tutto polveroso, ma alcune voci parlavano di un ritorno ai vecchi splendori, quindi siamo tornati...
Ci presentiamo all'appuntamento in Piazza Aranci in diversi, la Biker Inside Crew è quasi al completo, mancano Simone e Nicola, giustificati, poi ci sono @one, Ste Puzzetta, Milk, Barella, l'Iguana (reduce da una delle sue IGUANANIGHT TM) e Leo.
Il giro prevede la salita su asfalto verso S. Carlo e Volpara, per poi arrivare fin quasi alla vetta seguendo il solito splendido singletrack nel bosco, il perfetto percorso per tutto l'anno, per poi scendere fino a Ripa, e dopo tornare dolorosamente via Aurelia a Massa.
Non mi soffermerò molto sull'analisi della giornata, che comunque ci ha visti salire compatti, e finalmente con passo dignitoso e con poche soste, e scendere con il nostro consueto flow (chi più chi meno...), magari questo lo farà qualcun altro se ne avrà voglia, ma vorrei soffermarmi sul motivo del titolo del mio posto.
Il Folgorito ha rappresentato per me una vera e propria folgorazione (quale nome fu più appropriato...), è stata la scintilla da cui per me tutto è partito, è il giro che mi ha fatto innamorare della mtb, e che mi ha fatto capire e trovare quello che sarebbe poi diventato il mio modo di interpretare questo sport. Ricordo, alle prime uscite con Milk e @one, io imbranatissimo che mi ribaltavo su ogni sasso, ma che mi divertivo come un matto. Ricordo tutte le giornate che abbiamo passato lassù...col brutto tempo, con il sole, con la pioggia battente, con la nebbia, con una spruzzata di neve.
E' stato per anni il giro che avrei voluto far fare a tutti gli amici bikers fuori zona, "se vieni da queste parti andiamo a farci il folgorito, vedrai che bello", quello che ho fatto fare per la prima volta a molti amici con grande orgoglio. Nei miei ricordi tutto è splendido, la salita, il bosco, la sosta nel prato per il panino, i panorami che d'estate, come dice Milk, verso il tramonto diventano veramente "da limonata".
Ma soprattutto ricordo lo splendido percorso, velocissimo in alcuni tratti sugli insidiosissimi sassi piantati, tecnico al punto giusto, con qualche passaggio veramente ignorante, e con quella splendida curva a sinistra (milk sa di quale parlo) da prendere a tutta.
Ecco, adesso di tutto questo non c'è più niente !!!
Rimane un'autostrada spianata con ignobili mezzi meccanici, tutto liscio, nulla di quanto per anni ci ha fatto divertire, nessuna traccia di tutti quei passaggi tecnici che ho impiegato diverse discese per riuscire a passare pulito.

Rimangono la compagnia, le puttanate, la giornata insieme...ma quel cinque in fondo alla discesa, tutti appagati dal gareggio senza tregua, quello dobbiamo riservarlo ad altri sentieri.

Speriamo che la natura si riprenda la sua montagna, ma ci vorranno anni perchè tutto torni divertente per noi bikers...

6 commenti:

  1. Che dire...
    Le parole di Ale potrebbero benissimo essere le mie, con la sola differenza temporale dei miei ricordi, che mi riportano su quel sentiero quasi 15 anni fa, quando iniziai ad andare in MTB.
    Ricordo quel giro affrontato in tutte le modalità possibili: in puro stile XC "agonistico" anni 90, bici rigida, cantilever, sella alta, manubrio stretto ed il dolore alle mani.
    Ricordo quel giro anni dopo, fatto con TP: io con la Chameleon e i freni Magura HS33 e il manubrio riser, lui con la K2 che aveva preso il posto di quel famoso telaio piegato a Valbonella al primo FunkyDay.
    Felci alte, quel sentiero quasi abbandonato tanto che a tratti la traccia era invisibile ai nostri occhi.
    Ricordo quel sentiero percorso a velocità folle (e sapete quanto io non ami il veloce) con una Cove a noleggio in pieno boom del fenomeno freeride.
    E ricordi più recenti con i compagni abituali di girate.
    Non so quante volte ho percorso la discesa del Folgorito e la soddisfazione ogni volta identica nel percorrere questa lunghissima discesa, faticosa, e poi arrivare un fondo e chiudere quel passaggio tecnico prima dell'asfalto.
    Ma ogni volta la magia più grande è quel panorama alla mia destra...eppure...

    Eppure oggi ho sentito un senso di mortificazione nel vedere il sentiero numero 140 in queste condizioni.
    Una autostrada. Una lingua di terra tanto veloce quanto anonima.

    So che ogni volta che percorrerò l'aurelia getterò lo sguardo lassù a quella traccia che taglia il bosco, tanto i bellissimi ricordi non me li toglie nessuno, anche se ci sarà in più un senso di dispiacere.

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  2. Milk, infatti mentre scrivevo l'articoletto ho pensato che sarebbe stato più giusto lo scrivessi tu, proprio per quanto hai scritto nel tuo commento. Però così a caldo qualcosa dovevo scrivere, perchè la cosa non passasse in qualche modo inosservata... ;-)

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  3. Purtroppo quel "cazzo di Folgorito" non è più lo stesso. I tratti duri non ci sono più e la velocità fa da padrone ad un percorso che era molto fisico. Anche io ho un sacco di ricordi e quando ho pronunciato la parola cazzo in quel di Piazza Aranci l'ho fatto perchè avevo paura di gettarli via tutti in una sola discesa.
    Rimane un bel giro da punto di vista del panorama; rimane un bella discesa per allenamento in resistenza; rimangono tanti ricordi, ma il Folgorito non è più lo stesso.

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  4. Forse è diventato un po troppo DH per voi...
    Massimo Ricci ricci511@gmail.com

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  5. Credo di si, noi siamo troppo lenti per quel percorso ormai...

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  6. non sapevo che DH fosse sinonimo di 0 difficoltà...
    Sinceramente ho visto qualche pista da DH e con esse il folgorito non ha proprio nulla in comune...
    Questo sentiero DEVE riappropriarsi di quelle caratteristiche che lo hanno reso celebre nel mondo (almeno per quanto riguarda gli amanti di questo sport della nostra regione) della mtb... è un po' (con le dovute proporzioni, ovvio...) come se avessero fatto un lavoro simile sul mitico 601 sul Lago di Garda. che schifo!

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